Caffè e pressione: che correlazione c’è?
Nonostante il caffè rappresenti una delle bevande più apprezzate e consumate non solo in Italia, ma nel mondo intero, non tutti sanno che l'assunzione di quest'ultima può avere importanti conseguenza sull'organismo, più specificamente sulla pressione sanguigna. La pressione alta, meglio conosciuta come ipertensione, rappresenta infatti un importante rischio per la salute cardiovascolare, da tenere sotto controllo mediante accurate scelte alimentari. Tra queste rientra senza ombra di dubbio anche il caffè, bevanda che oltre a presentare una composizione caratterizzata da diversi elementi chimici, è ovviamente ricca di caffeina.
È possibile bere caffè se si soffre di pressione alta?
Fortunatamente per gli amanti e per i consumatori abituali di questa bevanda, sì. Nel corso degli ultimi anni, infatti, sono stati eseguiti diversi studi riguardanti gli effetti della caffeina e, più in generale, del consumo di caffè al bar o a casa sulle persone soggette a uno stato di ipertensione.
Questi hanno evidenziato come un consumo moderato (non più di tre tazzine al giorno), di caffè non comporti alcun danno per la salute, in quanto, se assunte con giudizio, le quantità di caffeina e componenti chimici presenti all'interno del caffè non accrescono i valori relativi alla pressione del sangue.
Ulteriori analisi hanno inoltre evidenziato come questa bevanda non risulti dannosa anche per i consumatori abituali, ma anzi, favorisca anche l'abbassamento della pressione. Al contrario, effetti tutt'altro che positivi sono stati riscontrati nei consumatori occasionali, la cui consumazione sporadica di caffè sembra incidere in maniera transitoria sulla pressione arteriosa.
Le statistiche e i risultati ottenuti dalle indagini svolte hanno, quindi, permesso di trarre una semplice conclusione: anche i soggetti con ipertensione possono bere caffè senza correre rischi. Ovviamente, soprattutto in questi casi bisogna fare attenzione a non eccedere con la quantità e, come anticipato precedentemente, limitare il consumo di questa bevanda a un massimo di tre tazzine al giorno.
Che cos'è il paradosso caffè?
A confermare quanto sopracitato vi è il cosiddetto paradosso caffè, ovvero il dato che evidenzia come l'assunzione di caffè non solo non rappresenti un rischio, ma che al contrario risulti un'efficace protezione dalle patologie cardiache. Se, infatti, è vero che sul breve periodo l’assunzione di una tazzina di espresso può essere causa di un aumento dei valori pressori, è altrettanto vero che a lungo andare il caffè protegge il nostro cuore e l’intero sistema cardiocircolatorio, favorendo una diminuzione del rischio di malattie cardiovascolari e mantenendo il valore della pressione arteriosa nei valori della norma.
Di conseguenza, qualora non si soffrisse di ipertensione grave o di altre patologie legate alla pressione arteriosa, il caffè risulterebbe un validissimo alleato per il mantenimento di un perfetto stato di salute.
A ogni modo, il consiglio è sempre quello di chiedere un parere a un professionista, in quanto solamente grazie a un parere medico sarà possibile comprendere i reali effetti che una bevanda come il caffè può provocare sul proprio stile di vita.
I benefici e le problematiche provocate dall'assunzione costante di caffè
Che l'assunzione di caffè non comporti rischi per la salute dovrebbe essere ormai chiaro. Questa bevanda, contrariamente a quanti si pensi, garantisce infatti numerosi benefici a lungo termine. In primo luogo, la consumazione moderata di caffè riduce di oltre il 10% il rischio di patologie cardiache, proteggendo il cuore e il corretto funzionamento di tutta l'attività cardiaca e, ancor più importante, riducendo di una percentuale vicina al 20% il rischio di mortalità per patologie cardiovascolari.
Ovviamente, questo discorso subisce importanti cambiamenti da persona a persona, in quanto ognuno di noi reagisce in maniera differente alla caffeina, metabolizzando più o meno velocemente la molecola e, di conseguenza, risentendo in maniera più o meno evidente di effetti come tachicardia, ipertensione, ansia, agitazione e insonnia. La cattiva metabolizzazione del caffè può essere facilmente verificata misurando la pressione arteriosa circa 30 minuti dopo l'assunzione della bevanda. Nel caso in cui questa risultasse eccessivamente elevata sarebbe preferibile moderare il consumo o, in alternativa, optare per altre bevande.
Quante tazze al giorno?
Nonostante per i consumatori più accaniti risulti probabilmente complesso, uno stato di obbliga a diminuire il consumo di caffè. Come riportato sull'articolo rilasciato dall'American College of cardiology, contesti come questi prevedono l'assunzione quotidiana di caffè in quantità non superiori a 300 mg, cifra considerata sicura per la salute.
Pressione alta e caffè d'orzo
A questo punto della lettura in molti si staranno interrogando riguardo gli effetti provocati dal caffè d'orzo sul corretto funzionamento del sistema cardiovascolare. Quest'ultimo rappresenta, con tutta probabilità, la migliore alternativa al classico espresso, in quanto al contrario di questo non contiene alcuna traccia di caffeina al suo interno. Discorso simile anche quello che riguarda il caffè decaffeinato le cui sostanze chimiche presenti all'interno obbligano, però, a un consumo moderato.
Caffè decaffeinato e ipertensione
Alimento certamente caratterizzato da una composizione differente rispetto al normale caffè, il decaffeinato presenta comunque caratteri gustativi tipici dell'espresso. L'assunzione di questa bevanda risulta, quindi, maggiormente adatta alle persone soggette a uno stato di ipertensione in quanto, durante i processi di produzione, vengono meticolosamente controllati i metodi estrattivi della caffeina. Il risultato finale è, quindi, un alimento quasi del tutto privo di grassi e certamente meno rischioso per i soggetti in sovrappeso. Il caffè decaffeinato si impone, dunque, come un valido supporto in quanto associa un’attività ipolipidica a un’altra normopressoria. Anche in questo caso è preferibile, però, limitare a quattro o cinque il numero di tazze giornaliere e, in aggiunta, optare per un prodotto di sicura qualità.
In conclusione
Per concludere è possibile affermare che il caffè rappresenta un qualcosa a cui è difficile rinunciare, in quanto bevanda ricca di gusto e capace di ricaricare completamente le energie al termine di una faticosa giornata lavorativa. La grande popolarità di cui questo alimento gode nel mondo ha spinto moltissimi ricercatori a svolgere importanti analisi riguardo gli effetti che la consumazione del caffè ha sull'attività cardiovascolare. Queste hanno permesso di comprendere pienamente i benefici derivati dall'uso di tale bevanda e, soprattutto, hanno finalmente sfatato il falso mito che indicava il caffè come una delle principali cause di ipertensione.
Via libera al consumo, moderato, di questo alimento, ovviamente facendo attenzione a scegliere le quantità e i prodotti adatti al proprio organismo al fine di evitare inutili rischi.