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Scienza e biologia

Il caffè aumenta la concentrazione?

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Che sia per motivi di studio o semplicemente per rendere più efficienti le proprie prestazioni lavorative, molte volte si beve un caffè con l'auspicio di godere gli effetti che possono avere sul nostro corpo. Sono molti secoli, ormai, che il caffè ha messo piede nelle nostre giornate, dando vitalità alla nostra quotidianità. Ma come mai questa bevanda pare essere una perfetta alleata del nostro cervello?

La caffeina come stimolante

La caffeina all'interno del caffè altro non è che uno stimolante capace di far rimanere concentrato un individuo, migliorando di netto la soglia di attenzione, la memoria e persino le relazioni sociali. È chiaro che il caffè non è raccomandato a chi soffre di insonnia o ansia, in quanto potrebbe provocare effetti contrari a quelli benefici, ecco perché, alle volte, è consigliabile un caffè decaffeinato. Si usa per lo più quando ci si sente abbattuti dalla stanchezza o dalla sonnolenza, e la suddetta pausa caffè è quello che ci vuole. In Italia è un luogo comune bere il caffè, un ritrovo per tanti, un momento piacevole durante lo stress lavorativo. Ma è soprattutto un modo per ricaricare le pile, ed è notevole come bastino appena 200 milligrammi (ma anche di meno) per osservare come gli effetti siano positivi per la concentrazione.

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La concentrazione dopo una tazza di caffè

Anche solo una tazzina di caffè rende più veloce l'elaborazione di dati e informazioni del cervello di circa il 10%. Una sola tazza, dunque, è pari a circa 75 milligrammi, il necessario per migliorare la soglia di attenzione e concentrazione. Il tutto dipende sempre dalle dosi della bevanda; secondo alcuni studi, infatti, chi non beve quasi mai il caffè ha necessità di consumare solo 200 milligrammi di caffeina (equivalenti a 2 tazzine al dì) per migliorare di netto la concentrazione, mentre per chi lo consuma abitualmente praticamente il doppio delle dosi (400 milligrammi pari a circa 4 tazzine al giorno).

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Cosa cambia quando si beve un caffè?

Il caffè, e di conseguenza la caffeina, è di sicuro un valido alleato nel caso in cui la capacità di restare vigili tende a crollare, ad esempio nei casi di sonnolenza derivante dalla stanchezza, dalla sonnolenza post pranzo o anche dai sintomi febbrili. Chi lavora di notte sa perfettamente cosa significa restare concentrati per non perdere di vista l'efficienza del proprio lavoro; spesso un lavoratore di questo tipo può aver bisogno solo di 200 milligrammi di caffeina affinché le sue funzioni cognitive restino lucide, dando, pertanto, forza e vitalità alle funzioni cerebrali e motorie. Per chi invece è alla guida, come i corrieri o generalmente i camionisti, è importante e fondamentale restare svegli e lucidi; infatti, per un guidatore, una dose da 200 milligrammi di caffeina è equivalente a un pisolino di circa mezz'ora. Nel caso in cui si è abbattuti da sintomi influenzali, il caffè è un vero amico, dato che tende ad attenuare il malessere che una febbre o un semplice raffreddore possono causare. Secondo altri studi, il caffè migliora i tempi di reazione agli stimoli esterni, senza di fatto alterare la nozione del tempo e della produzione.

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Il caffè aiuta la memoria?

Ebbene sì. Pare proprio che secondo alcuni studi, il caffè, se viene bevuto per circa due tazzine al giorno, tende a rafforzare la memoria di ogni individuo. Occhio, però, a non esagerare nella dose da assumere; è, infatti, considerato imprudente superare le normali dosi di caffè al giorno in quanto possono provocare delle sovra-stimolazioni eccessive dando vita ad effetti contrari rispetto a quando si hanno dei veri e propri benefici. La memoria potrebbe calare a piccoli passi facendo perdere la concentrazione di netto. Anche la personalità ne risentirebbe; secondo la scienza, i pro vengono fuori più dalle persone estroverse che da quelle con carattere introverso.

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La caffeina contro l'insonnia

Dato che il caffè è costituito principalmente da caffeina, questo stimolante fa sì che la persona che lo beve tardi rallenti il processo di sonnolenza, riducendolo, ma questo è diverso da persona a persona, poiché dipende dal metabolismo dell'individuo. Se la persona che beve caffè ha questo effetto, allora è poco raccomandato berlo 5 ore prima di andare a dormire. Chi il sonno non vuole perderlo ma non vuole perdersi un bel caffè, allora è pur sempre consigliato assumere un decaffeinato, in modo tale da non avere quegli effetti stimolanti sulla propria pelle.

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Il caffè può aumentare l'ansia?

Chi soffre di patologie ansiose o di forme di panico, non deve assolutamente abusare di caffè, è chiaro, dato che l'effetto stimolante della caffeina aumenta considerevolmente l'ansia, ma se non si vuole perdere il piacere di bere un buon caffè, è sempre raccomandato un decaffeinato a piccolissime dosi.

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Il caffè non crea dipendenza

Bere caffè non comporta assolutamente dipendenza da esso. Secondo gli studi, la caffeina non è per nulla capace di attivare nel cervello di ogni individuo i recettori della dopamina (come, invece, possono farlo la cocaina, la nicotina o la morfina), nonostante sia uno stimolante in grado di attivare quella persona a livello fisico e mentale. Le droghe, infatti, danno la spiacevole sensazione all'individuo di doverne assumerne altre, deteriorando così i rapporti sociali, mentre la cosiddetta assuefazione nei confronti di un caffè dipende più che altro dal piacere che si prova nel berlo, dall'aroma che sprigiona appena esce (soprattutto di mattina, attivando le narici e di conseguenza l'olfatto) e dalle interazioni sociali positive che lo accompagnano. Tuttavia, se si decidesse di interrompere l'assunzione di caffè in maniera assai brusca, si provocherebbe una vera sindrome di astinenza da caffeina, provocando, comunque, lievi sintomi che possono essere eliminati bevendo il caffè a piccole dosi contenute fino alla cancellazione di questa bevanda dalla dieta di ognuno di noi.

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Come bere il caffè: le preferenze nel berlo

Il caffè, il vero caffè, per molti, è che viene bevuto rigorosamente amaro, in modo da sentire il vero gusto di questa bevanda al naturale. Chi non ci riesce, tuttavia, può sempre dolcificare la bevanda con un po' di zucchero, senza esagerare, altrimenti rovina il sapore del caffè stesso.

La scienza ha dimostrato che aggiungere lo zucchero (e quindi il glucosio) a questa bevanda nera, aumenta notevolmente tutti quei punti di cui abbiamo parlato poco prima (attenzione, memoria, riflessi e molto altro ancora). Utile specialmente quando si sta facendo uno studio arduo in cui è richiesta assoluta concentrazione, oppure quando si è in preda al lavoro e ci si vuole concedere un po' di relax anche per soli 5 minuti.

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Il caffè come ingrediente

Il caffè è un'invenzione straordinaria. C'è chi preferisce prepararlo alla moka, chi invece lo prepara dalla macchinetta del caffè. In ogni caso è sempre buono! E pensare che dietro ci sia una curata e precisa lavorazione, dovuta alla macinazione dei chicchi di alcuni alberi tropicali della Coffea, una famiglia botanica delle Rubiacee. Il caffè viene spesso usato per preparare ottimi dolci, come il famoso tiramisù all'italiana, o persino in alcuni piatti salati, sempre con le dovute attenzioni.